21-06-2002
"MA,
DITEMI, CHI ERA IL "VERO" BEST?"
Analisi
critica sul film/biografia avente come oggetto il celebre asso nord-irlandese
"BEST",
ovvero gloria, trionfo, caduta, baratro e poi dissoluzione ed
autodistruzione
del piu' geniale giocatore mai prodotto dalle Isole Britanniche.
Un
perfetto "bello e dannato" dell'era moderna calcistica. Cio' che
invece non
e'
per nulla perfetto ma solamente dannato e' il film a cui ho potuto assistere
questa
sera, al NOSADELLA MULTICINEMA di BOLOGNA. Ero in fervente attesa di
vedere
(finalmente!) il film-biografia su uno dei piu' grandi, sebbene
controversi,
artisti che la Storia dello Sport ricordi, e non solo di quella del
Calcio.
Prima di tutto: la scelta del protagonista: l'attore principale che
interpretava
la parte di George Best, tale John Lynch, si e' rivelata piuttosto
infelice;
in poche succinte parole, egli non ha il cosiddetto "physique du
role",
meglio: "la face du role" (scusate il mio francese, ma sono quasi 15
anni
che
non "tocco" una parola di questa pur amabile lingua...). Volto piu'
triste,
emaciato
e sconsolato i produttori non potevano scegliere: in questo modo e'
stata
sperperata, lungo tutto l'arco della pellicola, una malinconia eccessiva
ed
ingombrante, difficile da digerire per lo spettatore di turno, soprattutto
per
i fans di George Best, quelli VERI, quelli cioe' venuti per ammirare sotto
forma
di celluloide il loro grande, immortale eroe. C'e' da chiedersi, ad un
certo
punto della visione, se davvero il mirabile, buon vecchio Georgie THE
GENIUS"
fosse davvero quella riluttante, irritante e miserabile mezza calzetta
che
per una buona meta' del film spara un' infinita sequela di "vaffa" e
di "vai
al
dia- volo", da farlo sembrare piu' AL PACINO/SCARFACE piuttosto che un
George
Best..........
Si', signori, perche', a rendere ben conto, il film e' stato,
prima
di tutto, un vero e proprio, inspiegabile "suicidio visivo", in quanto
dei
"meravigliosi
"Sessanta"" abbiamo visto sinceramente poco o nulla, quando
invece
avrebbero
meritato un maggiore approfondimento, sia contestualmente che mu-
sicalmente.
Penso, e spero, che per George Best si possa fare di piu', piuttosto
che
descriverlo come un drogato/ubriaco- ne "sperpera-denaro", ignara
vittima di
se
stesso, prima che dell'alcool e delle belle donne. Impostazione errata an-
che
per cio' che concerne la colonna sonora. Eccetto un paio di tracks eccitanti
e
che ben si sposano con la scena in atto, gli addetti ai lavori si sono
dimostrati
difettosi nel proporre una miscela musicale che fosse almeno
minimamente
in grado di commentare degnamente le imprese calcistiche (ed ...
extra)
del mitico Geordie. John Lynch, in tutta franchezza assomiglia di piu' a
Pete
Townshend che a Best, e quindi gli consiglierei di dedicarsi anima e corpo
ad
una Biografia romanzata sugli Who, la prossima volta che avra' intenzione di
cimentarsi
davanti ad una macchina da presa. Anzi, avrei di meglio da proporre
al
cast di "BEST": ingaggiate un attore, questa volta DAVVERO bello, una
faccia
"alla
GEORGE BEST", una autentica "faccia da schiaffi", e fatelo
recitare nelle
parti
felici e coinvolgenti della sua vita (l'esordio calcistico, il 5-1 al
Benfica,
la finale di Coppa Campioni vinta con lo stesso Benfica, tanto per
citare
alcuni capisaldi della sua esistenza), mentre, quando si trattera' di
descrivere
la parabola discendente del grande giocatore, richiamate pure
l'inespressivo,
insipido John Lynch. Uguale: SUCCESSO ASSICURATO! DI CRITICA E
DI
PUBBLICO (sia che tifiate Best, sia che non vi tifiate). E poi dove sono I
Beatles
e i Rolling Stones? E gli Who? E la "swingin' London" .....
Particolari
mica
da poco. Particolari minimamente accennati in una produzione sommariamente
goffa
e decisamente patetica, troppo patetica per sembrare vera. In definitiva,
l'immagine
che si ha di George Best in questo film, e' di una infinita
tristezza,
quasi da pianto nevrotico, oltre che di una pomposissima nauseante
malinconia,
qui intesa nella peggiore accezione possi- bile del termine; una
fotografia
sbiadita senza colore, che getta miseramente (anche se senza alcuna
volonta'
di ledere) ancor piu' fango nella gia' difficile vita del vecchio asso
nord-irlandese.
Il mio consiglio, quindi, e' questo: dimenticatevi in fretta di
"BEST",
per andarvi a vedere IL VERO GEORGE BEST! procurandovi un documentario
sulla
sua vita e le sue "opere calcistiche". Rimuovete dalla vostra memoria
le
brutte,
noiose immagini di quel film, e IMMERGETEVI negli anni '60 e,
soprattutto,
immergetevi in George Best, "il piu' grande giocatore del mondo",
secondo
Pele'. Ho detto Pele', eh? - mica poco! Alla fine, i veri soldi non li
ha
sperperati Best, ma noi ad andare a vedere questo fiacco, inconcludente
remake
sulla sua vita. La prossima volta chiederei a regista e sceneggiatori,
nel
caso si imbattessero nuovamente nell'"enigma-Best", di regalarci molto
piu'
calcio
e molto meno alcool... In modo da non uscire NOI "ubriachi", dopo la
visione
del film. Parola, PENSIERI di un autentico "figlio degli anni '60".
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